Il Corteo Storico di Santa Rita a Castelvetrano
 

 

CORTEO STORICO DI SANTA RITA

 

 

 

Santa Rita novizia e i tre Santi Protettori

Sbandieratori d Motta S. Anastasia

 

 " La famiglia di Santa Rita"

 

"Santa Rita Bambina"

" La famiglia di Santa Rita"

 

La vita, la  storia, la fede di Santa Rita da Cascia non sono un patrimonio del passato, ma devono diventare un modello, uno stile di vita, un esempio di virtù da imitare e da proporre anche ai nostri giorni. Per questo motivo, la penultima domenica  di maggio, a pochi giorni dal 22 maggio, festa liturgica di S. Rita, si  svolge a Castelvetrano il Corteo Storico di Santa Rita in costumi d'epoca quattrocentesca, sulle orme dell'ormai consolidato corteo storico di Roccaporena e Cascia, ma rispetto al quale, non mancano elementi di originalità. L'evento che ogni anno viene riproposto scaturisce dalla collaborazione del Comitato Organizzatore, dal Comune di Castelvetrano e dalla  parrocchia Maria SS. della Salute dove in essa si venera l'effige di S. Rita, che tanta devozione riscuote tra fedeli. Il Corteo Storico  ha l'obiettivo primario, attraverso i quadri, di far conoscere la vita di S. Rita; infatti, lo stesso e diviso in 7 quadri: S. Rita bambina e suoi genitori; S. Rita con lo sposo; gli uccisori del marito; S. Rita vedova e i due figli; S. Rita novizia e i tre santi protettori; S. Rita monaca stimmatizzata; alcuni oggetti legati alla vita di S. Rita (la vite e l'uva, le rose e i fichi, la corona di spine, la disciplina). S Rita  nacque a Roccaporena  nel 1381, figlia  di Antonio Lotti e Amata Ferri  è  battezzata col nome   di Margherita. I genitori erano pacieri nelle lotte tra guelfi e ghibellini. A 16 anni, nonostante volesse entrare in convento per consacrarsi a Dio, i genitori le fecero sposare Paolo di Ferdinando Mancini, Un nobilotto dal temperamento violento. Lei amò suo marito, da cui ebbe due figli maschi, Giangiacomo e Paolo Maria. Riuscì con la forza della sua preghiera e con la tenerezza di una moglie amorosa a cambiare il cuore indurito del marito che si convertì. L'uccisione del marito, vittima dell'odio dell'opposta fazione, le procurò  un gran dolore, ma più grande fu il dolore per la sete di vendetta che sgorgò nel cuore dei due suoi figli, istigati dai parenti. Per questo, facendo un atto eroico di sacrificio pregò Dio, perché piuttosto che  la vendetta dei figli, meglio sarebbe stata la loro morte. Cosi avvenne a causa della peste, quand'erano ancora giovani. Ormai sola, straziata dagli eventi luttuosi della vita, Rita riprese il suo vecchio sogno: consacrarsi a Dio nella vita religiosa del convento. Cosi, dopo le lunghe opposizioni delle madri superiori di diversi monasteri che non volevano tra le loro suore la vedova di un assassinato di una famiglia rivale ad un'altra, Rita poté coronare il suo sogno entrando, a 36 anni, nel monastero agostiniano di S. Maria Maddalena di Cascia, dove visse per 40 anni nella clausura della preghiera e nella carità verso il prossimo, morendo il 22 maggio 1457. Tornando al corteo, è bene evidenziare gli elementi di novità, rappresentati da un cuntastori, vestito anch'egli in costume quattrocentesco, che, in rime in dialetto siciliano, racconta ogni quadro con riferimenti specifici alla vita di S. Rita. Le sette piazze della città (Amendola, Nino Bixio, Regina Margherita, Carlo d'Aragona,  Giacomo Matteotti, Archimede, Diodoro Siculo) dove avvengono questi racconti,  sono allestite con effetti luminosi e scenografici  composti in gran parte da drappi e fiori. Altro punto di forza del corteo è  rappresentato dai gruppi di sbandieratori, tamburi, alfieri e musici che, con circa 50 elementi per un corteo di circa 150 metri, modulando i ritmi al variare degli esercizi alla bandiera, e che  precedono il corteo dei quadri della Santa, offrendo un'ineccepibile   coreografia. Ogni anno  la manifestazione si conclude nel piazzale Santa Maria della Sanità presso  la chiesa  della  Salute  davanti all'immagine, solennemente esposta, di Santa Rita alla quale, dopo i saluti di rito del Sindaco e del Parroco, viene offerta, da parte del primo cittadino una lampada votiva come segno di devozione e d'intercessione per il bene della città. In conclusione, è bene puntualizzare che, anche se non sono da trascurare i risvolti culturali e artistici dell'evento, visto che la protagonista è e rimane Santa Rita in tutti i periodi della sua vita, il corteo ha  un intento primariamente religioso, in pratica vuole, far conoscere la vita della Santa, farla amare e invocare come propria ausiliatrice, ma soprattutto farla sentire vicino ad ognuno di noi, una di noi con le mille sofferenze e gioie di ogni giorno, una di noi che ci ha preceduto nel cammino della santità e che ci invita ad imitarla in questo cammino che ci porta a Cristo. La Santa "degli impossibili": a Lei chiediamo di intercedere per tutti gli "impossibili" doni e miracoli affinché possano essere esauditi, a Lei chiediamo inoltre per noi, che un po' "impossibili" a volte siamo, la vera conversione del cuore.

La Vita

Guardata da vicino, senza l'alone di leggenda, ci svela il volto umanissimo della donna che non è passata indifferente davanti alla tragedia del dolore e della miseria materiale, morale e sociale. La sua vicenda terrena potrebbe essere di ieri, come di oggi. Ella nacque nel 1381 in un angolo remoto dell'Umbria, a Roccaporena. Cresciuta nel timore di Dio accanto agli anziani genitori, ne rispettò a tal punto l'autorità da accantonare il proposito di chiudersi in convento e accettare di unirsi in matrimonio con un giovane violento e irrequieto, Paolo di Ferdinando. Le biografie della santa ci dipingono un quadro familiare non inconsueto: una donna dolce, remissiva, attenta a non urtare la suscettibilità del marito, di cui è a conoscenza delle malefatte, e soffre e prega in silenzio. La sua bontà riuscì alla fine a far breccia nel cuore di Paolo, il quale mutò vita e abitudini senza riuscire, tuttavia, a far dímenticare gli antichi rancori dei tanti nemici che s'era fatti. Una sera fu trovato ucciso ai margini della strada. I due figli, già grandicelli, giurarono di vendicare il padre. Quando Rita si accorse dell'inutilità dei propri sforzi per dissuaderli, trovò il coraggio di pregare Dio di chiamarli entrambi a sé, piuttosto di permettere che si macchiassero di omicidio. La sua preghiera, umanamente incomprensibile, fu esaudita. Privata ormai del marito e dei figli, Rita andò a bussare al convento delle suore agostiniane di Cascia. La sua richiesta non fu accettata. Tornata al focolare deserto, pregò incessantemente i suoi tre santi protettori, S. Giovanni Battista, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino, e una notte avvenne il prodigio. 1 tre santi le apparvero, la invitarono a seguirla, spalancarono la porta del convento, ben munito di catenacci. e la condussero nel mezzo del coro, dove le claustrali stavano recitando le preghiere del mattutino. Rita potè così indossare il saio delle agostiniane, realizzando l'antico desiderio di dedizione totale a Dio, votandosi alla penitenza, alla preghiera e all'amore di Cristo crocifisso, che la associò anche visibilmente alla sua passione,conficcandole nella fronte una spina. Questa stimmata miracolosa, ricevuta durante un'estasi, le marcò il volto con una dolorosissima piaga purulenta fino alla morte, cioè per quattordici anni. La fama della sua santità varcò le mura del severo convento di Cascia. Le preghiere di Rita ottennero prodigiose guarigioni e conversioni. Per sé non chiese che di addossarsi i dolori che alleviava al suo prossimo. Morì nel monastero di Cascia nel 1457 e fu canonizzata nel 1900.

 A Castelvetrano la reliquia di Santa Rita

È ormai ufficiale, con una lettera datata 27 novembre 2003 il Rettore del Santuario di Roccaporena di Cascia ha ufficializzato che  il  frammento osseo e la pietra della casa santa della suora di Cascia dal 23 giugno farà tappa per la prima volta in Sicilia a Castelvetrano. I resti sacri saranno esposti nella Parrocchia di Maria SS. della Salute per un anno. Castelvetrano. Un evento straordinario. Per la prima volta arriva in Sicilia  la Reliquia di Santa Rita da Cascia. La santa degli impossibili, una delle figure della Chiesa più amate in Italia e in particolar modo dai siciliani.  La reliquia arriverà nell'isola verso la metà di giugno del 2005 e sarà ospitata per un anno nella parrocchia di Maria SS. della Salute di Castelvetrano. Si tratta dell'unica tappa in Sicilia. L'iniziativa nasce dalla venerazione verso la Santa da parte dell'intera città e dai paesi limitrofi, tanto da indurre don Giuseppe Noto, parroco della parrocchia dove si venera l'effige della Santa, ha richiedere a mons. Dino Pallucchi,  Rettore del Santuario di Roccaporena, in cui nacque Rita, di poter avere la custodia della preziosa reliquia. La parrocchia in sinergia con il Comitato del Corteo Storico è già in fermento per la preparazione della celebrazione di accoglienza che molto probabilmente sarà presieduta da mons. Calogero La Piana, vescovo di Mazara del Vallo. L'evento ha suscitato attesa da parte di molti, tanto che a giugno si prevede a Castelvetrano l'arrivo di una fiumana di persone che andranno ad accogliere la reliquia che giungerà da Napoli, ultima città ospitante. Non si può restare indifferenti di fronte alla vita della santa di Cascia. Lei che con straordinaria umiltà ha vissuto due vocazioni: il matrimonio e la vita religiosa. Lei che ha subito in silenzio la violenza del marito e ha offerto a Dio i suoi figli per non vederli vivere nel peccato. Lei che ha dato se stessa, la sua incessante preghiera e ha ricevuto sulla fronte un sigillo alla sua totale devozione: una spina della corona di Cristo. «La devozione alla santa», spiega don Giuseppe Noto, parroco della chiesa della Salute, «richiama un numero sempre maggiore di fedeli tanto che la nostra chiesa è diventata un importante riferimento per la sua venerazione anche dai paesi viciniori, fulcro di tale devozione oltre al 22 maggio, festa della Santa è sicuramente il Grande Corteo Storico che ogni anno rievoca le gesta eroiche della Santa di Cascia. La straordinaria occasione di poter ospitare una sua reliquia, segno tangibile della santa esistenza di Rita, rafforza la convinzione ad imitarla nei vari stati della nostra vita terrena». La Reliquia che arriverà in Sicilia è un frammento osseo del corpo, incastonato in una pietra proveniente dalla casa natale di Rita. «La casa», continua il parroco, «è luogo dell'intimità e della gioia quotidiana ma anche sede di drammi e sofferenze. Santa Rita ha iniziato a costruire lì la sua santità. A noi l'augurio che la sua testimonianza ci dia la speranza di una crescita spirituale e morale, in una società che spesso vede la famiglia disgregata».


 

" I tre Santi Protettori di S.Rita

 S.Giovanni Battista S. Agostino e S. Nicolo' da Tolentino"

 

 

" La Regina Bianca di Navarra"

"Santa Rita Sposa"

 

CORTEO STORICO DI SANTA RITA

CORTEO STORICO DI SANTA RITA